Rimpalli di responsabilità

RIMPALLI DI RESPONSABILITÀ E CONSEGUENTE LENTEZZA DECISIONALE

Il mondo attuale è sempre più accelerato. I rimpalli di responsabilità sono un problema che condanna il nostro Paese ad essere lento con conseguenze molto dannose.

Ecco alcuni esempi:

  1. Per quanto risulta attualmente l’Italia è l’unico Paese che ha Camera e Senato con uguali poteri di produrre le leggi e, quindi, con rimpalli di responsabilità. I rimpalli di responsabilità si moltiplicano quando nel Senato vi è una maggioranza diversa da quella della Camera, cosa che nel nostro Paese è già accaduta e potrebbe accadere nuovamente molto presto. La situazione attuale ha l’inconveniente che a seguito di una proposta di legge che, generalmente, si origina in modo abbastanza lineare, si moltiplicano gli emendamenti sia da parte della Camera che da parte del Senato. Per ovviare a tempi infiniti si ricorre a formule decisionali che riducono il livello di democrazia del paese (decreti legge, fiducia, etc.).
    Se il Senato avesse, come avviene in molti paesi, il ruolo di dare consigli, con ogni probabilità i suoi membri potrebbero essere molti meno con conseguente risparmio di costi.
    Qualcuno potrebbe eccepire che all’epoca della “leadership Renzi”, una soluzione di quanto sopra era già inserita nel referendum. Ma il referendum, come noto, venne sonoramente bocciato non per motivi di merito se la riforma in oggetto fosse opportuna o meno, ma perché il referendum si era trasformato “pro o contro Renzi”.
  2. La Costituzione italiana contiene indicazioni non sufficientemente precise per quanto riguarda i rispettivi ruoli di Regioni, Provincie e Comuni e soprattutto riguardo i ruoli di Regioni e Governo centrale. I confini delle Istituzioni non sono ben definiti con conseguenti continui ricorsi (ad esempio TAR, ecc.).
    Se qualcuno avesse dubbio, ricordiamo quanto sta avvenendo in questo periodo tra Governo centrale e Regioni: i relativi ruoli non sono ben chiariti e la conseguenza inevitabile è la confusione di competenze. L’impatto negativo, anche sulla credibilità delle istituzioni e sulla reputazione del Paese, è enorme.
  3. Tra i rimpalli di responsabilità si possono annoverare anche le eccessivamente lunghe durate dei processi sia amministrativi che civili che penali causate dal fatto che è stata ammessa una miriade di possibilità di ricorsi, soprattutto nella fase esecutiva, che privilegia la tutela degli interessi del debitore al rispetto dei diritti –anche se già accertati – del creditore. Vi sono processi civili che come oggetto dovrebbero avere una decisione visibile anche ai ciechi che non solo stanno durando più di 10 anni ma nessuno può dire quando finiranno. Questa è giustizia?

I Rimpalli di responsabilità, ai fini dell’efficacia ed efficienza delle decisioni finali, causano una situazione ben descritta in un documento fornitoci da un prestigioso professore universitario australiano:

 

“Questa storia parla di quattro
persone di nome Ognuno,
Qualcuno, Chiunque
e Nessuno.
C’era un importante lavoro
da fare e Ognuno era sicuro
che Qualcuno lo avrebbe fatto.
Chiunque avrebbe potuto farlo,
ma Nessuno lo fece.
Qualcuno si arrabbiò a causa
di questo, perché era
il lavoro di Ognuno.
Ognuno pensò che Chiunque
avrebbe potuto farlo, ma Nessuno
si rese conto che Ognuno
non lo avrebbe fatto.
Alla fine Ognuno diede
la colpa a Qualcuno,
perché Nessuno aveva fatto
quello che Chiunque
avrebbe potuto fare”.

Qualche indicazione operativa

Già dall’analisi che precede risultano evidenti le soluzioni che è urgente adottare (e che del resto emergono anche dagli altri documenti della nostra Associazione dedicati a temi specifici) per risolvere questo problema, che è preliminare alla risoluzione anche degli altri problemi del Paese, perché senza una chiara assunzione di responsabilità, a tutti i livelli, le scelte decisive per il futuro del Paese verranno ancora rinviate:

  • L’abolizione del reato di abuso d’ufficio, che per la sua genericità pesa come una spada di Damocle su amministratori e funzionari pubblici, inducendoli a “decidere di non decidere” in molte occasioni in cui invece occorrerebbero azioni immediate e risolute
  • Una riforma organica delle Pubbliche Amministrazioni che faccia dipendere la carriera e la stessa permanenza nei ruoli dei funzionari dai risultati che ottengono, secondo una logica che anche l’inevitabile più ampio ricorso a forme di lavoro a distanza, dunque prive della possibilità di un controllo sul tempo effettivamente speso per la propria attività, può offrire l’occasione per introdurre, migliorando l’efficienza dell’azione pubblica
  • Una riforma delle procedure esecutive, che riduca radicalmente la possibilità per il debitore di sottrarsi indefinitamente all’adempimento delle proprie obbligazioni, concentrando in un unico processo tutte le miriadi di opposizioni attualmente possibili, e quindi disincentivando il ricorso a tattiche dilatorie e deflazionando il contenzioso civile e amministrativo
  • Una nuova fase costituente, che ripartisca i compiti di Camera e Senato, ricostruendo quest’ultimo come rappresentanza delle Regioni sul modello del Bundesrat tedesco, e definisca in modo chiaro i poteri e le competenze dello Stato, delle Regioni e dei Comuni e quindi responsabilizzi di fonte agli elettori sia l’Amministrazione centrale, sia gli enti territoriali, ciascuno nel proprio ruolo, nello spirito di un federalismo “emulativo”, che sproni ciascuno di essi ad adottare le best practices degli altri, realizzando la non facile modifica dell’articolo V della Costituzione italiana.

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